Il test che ancora non c’è ma che già vendiamo. Telefonata registrata tra paziente e impiegato del laboratorio di analisi
– Pronto, voi fate i test per gli anticorpi del covid?
– Sì sto aspettando il test, per il momento non ce l’abbiamo ma devono arrivare.
– Come non ce l’avete?
– Non sono ancora arrivati, ma arriveranno per forza perché abbiamo già diverse prenotazioni e richieste. Vuole delle informazioni?
– Sì grazie.
– Non ci vuole digiuno perché è un test in cui si vedono gli anticorpi, è un test di screening con una discreta sensibilità, il prezzo è venticinque euro.
– Ma non si tratta di un tampone?
– Guardi allora non è un tampone, quella è un’altra cosa per vedere se ce l’ha [se ha il virus] al momento. Ora non lo fanno più, neanche gli ospedali. È un procedimento che si fa all’inizio. Questo ti dice anche se l’hai avuto e ora non ce l’hai.
– Ma ho l’obbligo di dirlo a qualcuno?
– No, è una cosa privata .. se poi è positivo e lo vuol dire al suo medico di base per vedere come comportarsi…
– Ci vuole la ricetta del medico?
– no, non c’è bisogno.
– Da dove vengono i test, sono italiani?
– Sì sì assolutamente sono italiani, anche per quello stiamo aspettando perché sono quelli certificati, ma comunque prima avevamo quelli austriaci anch’essi buoni.
Il caso Firenze
A Firenze è scoppiato il boom dei test per gli anticorpi. Prima ha iniziato la Regione annunciando lo screening di massa con 500 mila test in arrivo. Sarebbero stati quelli della Diesse Diagnostica Senese, che però non sono ancora pronti e non lo saranno prima di metà aprile. Poi il responsabile dell’Asl toscana Centro, Renzo Berti, ci ha raccontato qui di un test rapido cinese che però ha un margine di errore del 40%.
Il test si prenota on line ma dopo un’ora è già sold out
Dopo di che ieri, il primo aprile e – non era un pesce d’aprile – la startup fiorentina Cup Solidale, un aggregatore di prestazioni sanitarie del privato sociale e del privato, ha annunciato che sarebbe stato possibile prenotare il test sierologico rapido Sars-CoV-2 IgG/IgM Covid 19 in grado di evidenziare se si è contratto il “nuovo coronavirus”.
«Abbiamo dovuto chiudere le prenotazioni perché abbiamo finito i test disponibili già nella prima ora – racconta Leonardo Aloi di Cup Solidale – noi facciamo da diffusore di tutte le prestazioni sanitarie ma in questo caso alcuni dei laboratori nostri associati hanno chiesto a noi di poter fare da tramite con la cittadinanza per il test sul Covid. Adesso dobbiamo però aspettare nuove forniture e invieremo una mail a tutti quelli che si sono iscritti al sito appena arrivano i nuovi test».
Sono arrivate migliaia di richieste e nei gruppi Facebook si è scatenata la ricerca di altri possibili laboratori dove fare il test. E così siamo arrivati al laboratorio, con cui abbiamo avuto la telefonata riportata sopra. Una struttura che prende prenotazioni pur non avendo fisicamente il test e che non prevede la ricetta del medico.
Non è così per i laboratori associati a Cup Solidale «Noi, anche se privati, non facciamo fare il test se non dietro prescrizione medica. Molti sono arrivati senza e li abbiamo rimandati indietro».
Il loro test, si legge nel comunicato, è il Sars-CoV-2 IgG/IgM. « Attraverso un prelievo di sangue, effettuato da personale medico, il test riesce a rilevare l’eventuale presenza degli anticorpi IgM e IgG specifici del COVID-19, i quali vengono prodotti dall’organismo in presenza dell’infezione. La presenza di anticorpi IgM nel sangue rivela che l’infezione virale è in corso. Gli anticorpi IgG sono quelli che conservano memoria del virus e proteggono il soggetto nel caso ne venga nuovamente a contatto».
Leonardo Aloi spiega che per la positività il test ha un’affidabilità del 100% mentre per la la negatività è meno sensibile se la carica virale non è ancora attivata, ma spiega, «questo succede anche per il tampone».
«Sono test certificati dalla Comunità europea quindi commerciabili – conclude Aloi – vedrà che lo richiederanno molte regioni perché è l’unico modo per tornare all’attività lavorativa»
Le perplessità dei medici
In ambiente medico c’è molta preoccupazione sia per le sperimentazione che sta facendo l’azienda sanitaria di Firenze che per questo nuovo sviluppo privatistico dell’uso del test.
La presidente dell’ordine dei medici di Firenze, Teresita Mazzei, spiega che l’Azienda Ospedaliera di Careggi, la prima azienda ospedaliera toscana, ha provato molti test prima di capire qual era il migliore, ma su quello offerto dai privati non saprebbe dire. Ci chiediamo se siano stati contattati visto che comunque si richiede una ricetta di un medico.
«Non siamo contattati – spiega Teresita Mazzei – abbiamo visto ieri questa pubblicità che ci ha lasciato molto perplessi soprattutto per l’attendibilità del test, perché sappiamo che non tutti i test in commercio sono attendibili nella stessa maniera».
Quando si ricorre ad un test sierologico? «Un medico può ricorrere al test sierologico per pazienti che sono stati a contatto con positivi al Covid, se vengono trovati positivi all’igm però va convalidato il test, almeno così facciamo in ambito ospedaliero».
Cecilia Ferrara
Collettivo Emera
Photocredit © Sara Minnelli
Leggi la seconda parte dell’inchiesta
Venghino, signori venghino! Il far west dei test sierologici/2