Sull’onda di un’emergenza nazionale come quella attuale alcune giornaliste e giornalisti sentono l’esigenza di proporre un modello di informazione di inchiesta e di servizio per provare a mettere in ordine le notizie e le informazioni sulla crisi pandemica in Italia. 

Nella tempesta del flusso informativo ci siamo fermate un attimo e ci siamo rese conto che alcune notizie mancavano, che alcuni approfondimenti venivano lasciati da parte a causa dell’urgenza del momento e, a volte, dell’unità nazionale. 

Ma le domande sono tante a partire da perché un paese del G8 non riesce a fermare o a rallentare il virus ancora dopo quattro settimane di misure sempre più restrittive. 

Ormai i numeri giornalieri del bollettino dicono sempre meno perché la guerra al virus è sul territorio a Bergamo, Brescia, nelle Marche, in Veneto e ad Ariano Irpino. Fondamentale è quindi sentire i territori, i sindaci le aziende sanitarie locali per capire come si muove il virus, cosa stiamo sbagliando e cosa andrebbe fatto. Il modello Italia, forse, non è così efficace. 

Lo scopo è quello di provare a fare citizen journalism, fare più domande e meno retorica perché da come viene gestita la pandemia dipende la nostra libertà di movimento e il nostro futuro e quindi non ci accontentiamo di stare a casa.

In emergenza c’è solo una cosa che possiamo fare informare e raccontare storie nel modo più corretto possibile. Questo è il contributo che ci sentiamo di dare.

Cosa :

Covid Italia news ha scelto di partire da tre linee di indagine

1. I numeri. Sono fondamentali per gli epidemiologi per capire l’andamento della malattia e sono i primi ad essere saltati a partire dalla lite iniziale tra Protezione Civile e l’Istituto superiore della Sanità fino alle ultime dichiarazioni delle stesse autorità che ci spiegano che i numeri non sono più validi. Pensiamo che sia importante non arrendersi di fronte a questa debacle. Chiederemo agli esperti di aiutarci.
2. I tamponi. Quali sono? chi li produce? da dove vengono? Quanto sono affidabili? Come vengono somministrati? La confusione in questo campo è massima. Non ci accontentiamo di non capire. Chiederemo a tutte le regioni di dirci cosa fanno.
3. La catena di comando e controllo. Come è stata pensata a livello nazionale o locale quanto era pronta all’emergenza e come sta lavorando in particolare per la funzione della sorveglianza attiva.

Vorremmo collaborare con chiunque non si accontenta: giornalisti, esperti, artisti, fotografi, dottori, civil servants, cittadini.

Chi

Abbiamo scelto di darci un nome collettivo Emera, la dea del giorno, del presente da cui deriva anche la parola efemeris, quotidiano. E soprattutto è femmina, come noi.